Attenzione a questa truffa: ecco perché non puoi risalire facilmente all’intestatario di un IBAN

Ancora oggi, frequentissime segnalazioni di tentativi di truffa dell’IBAN dimostrano quanto sia importante prestare molta attenzione quando si ricevono comunicazioni bancarie, in particolare riguardo a variazioni dei dati di pagamento. Le truffe che sfruttano il codice IBAN possono colpire sia privati che aziende di ogni dimensione, portando talvolta a danni economici rilevanti. Capire perché non è semplice risalire all’intestatario di un IBAN è fondamentale per comprendere i rischi e per adottare le giuste precauzioni.

Il funzionamento delle truffe legate all’IBAN

La truffa dell’IBAN modificato si verifica spesso quando un criminale informatico riesce a intercettare le comunicazioni tra un fornitore e un cliente, sostituendo l’IBAN corretto con quello di un proprio conto corrente. Il cliente inconsapevole effettua così il pagamento alla persona sbagliata, credendo di utilizzare il giusto riferimento bancario. Questo tipo di truffa può avvenire tramite diversi mezzi:

  • Email contraffatte che informano il destinatario di un presunto cambio IBAN, sollecitando il pagamento su un nuovo conto.
  • Fatture manipolate attraverso programmi malevoli che alterano i dati della fattura stessa prima che venga recapitata al cliente.

Un caso emblematico riguarda la Zecca dello Stato, dove dipendenti furono indotti a effettuare bonifici milionari su IBAN fasulli, per fortuna recuperati quasi totalmente grazie all’intervento tempestivo della Polizia Postale.

Protezione dei dati bancari e ostacoli nella ricerca dell’intestatario

L’IBAN è un dato considerato sensibile e viene protetto rigorosamente dalla normativa italiana sulla privacy. Questo significa che, sebbene il codice IBAN sia noto per identificare un conto corrente specifico, i dati relativi all’intestatario del conto, così come saldo, giacenza e movimentazioni, non sono accessibili a terzi senza autorizzazione. Solo gli istituti di credito, le autorità giudiziarie e specifici organismi possono risalire facilmente all’identità del titolare del conto.

La legge sulla privacy tutela le informazioni bancarie anche in caso di frode, limitando la circolazione dei dati e rendendo difficile la loro acquisizione da parte di soggetti non autorizzati. Anche se si invia un bonifico, il mittente riceve conferma solo delle coordinate IBAN dell’avvenuto accredito, non del nome completo o di altri dati riservati dell’intestatario a cui il conto appartiene.

Perché non si riesce a identificare facilmente l’intestatario di un IBAN?

  • Le banche non possono comunicare a privati cittadini né a semplici aziende chi è il titolare di un determinato IBAN, salvo richiesta specifica delle autorità previste dalla legge.
  • Le informazioni vengono divulgate solo in caso di indagini giudiziarie o di frodi accertate per tutelare la vittima e garantire la riservatezza del correntista.
  • Il sistema bancario italiano e quello europeo sono progettati per evitare la correlazione diretta tra coordinate bancarie e dati anagrafici, se non attraverso strumenti certificati e procedure ufficiali.

Rischi e tecniche di attacco più diffuse

Il solo possesso delle coordinate IBAN non permette di accedere al conto o di prelevare denaro, ma i rischi aumentano nel caso in cui il truffatore riesca ad ottenere anche le credenziali di accesso tramite strumenti come il phishing o l’installazione di spyware sul dispositivo del titolare. L’autenticazione a doppio fattore contribuisce a limitare i rischi, ma rimane fondamentale la prudenza nel fornire dati sensibili e nell’aprire comunicazioni sospette.

  • Phishing: email di richiesta dati o cambio IBAN contraffatte.
  • Spyware: software malevoli installati per rubare informazioni o modificare automaticamente documenti.
  • Password spraying e brute force: attacchi automatizzati per forzare l’accesso agli account bancari.

In questi casi, oltre al rischio del cambio IBAN fraudolento, il truffatore può anche tentare di appropriarsi dell’identità digitale del cliente, causando ulteriori danni sia economici che reputazionali.

Accortezze e consigli per tutelare i propri pagamenti

Dato che non è immediato né semplice risalire all’intestatario di un IBAN attraverso i normali canali, si consiglia di adottare una serie di accorgimenti fondamentali:

  • Controllare sempre le comunicazioni ricevute dalla controparte, soprattutto se riguardano una variazione dell’IBAN. In caso di dubbi, verificare telefonicamente con il referente abituale.
  • Utilizzare canali ufficiali e certificati per confermare i dati bancari prima di effettuare trasferimenti.
  • Non condividere mai informazioni sensibili come credenziali di accesso, PIN o password bancarie tramite email o SMS.
  • Avere sempre attivo un sistema di autenticazione a doppio fattore per tutte le operazioni online.
  • Monitorare costantemente i movimenti del proprio conto corrente e segnalare tempestivamente alle autorità competenti ogni attività sospetta.

Se ci si accorge di aver effettuato un bonifico verso un IBAN errato o sospetto, conviene contattare immediatamente la propria banca e, se necessario, la Polizia Postale affinché vengano avviate le procedure di blocco o di recupero delle somme trasferite.

IBAN, privacy e normativa: cosa devi sapere

Molti credono erroneamente che conoscendo soltanto un IBAN sia possibile scoprire il nome del titolare o prelevare i soldi. In realtà, la normativa vigente (GDPR in ambito europeo e legge sulla privacy in Italia) limita la divulgazione e l’utilizzo dei dati personali. Solo i soggetti muniti di speciali procedimenti investigativi hanno accesso ai dati dell’intestatario per motivi di sicurezza o indagini penali. La responsabilità della banca è quella di garantire che nessuna informazione sensibile possa essere svelata a terzi per scopi non autorizzati.

Pur essendo a volte necessario fornire il proprio IBAN (ad esempio per ricevere bonifici o accrediti), è importante sapere che:

  • L’indicazione di dati come nome, cognome e IBAN non è di per sé pericolosa se non accompagnata da altre informazioni riservate come password o codici di sicurezza.
  • Non si rischia un furto solo comunicando il proprio IBAN se si seguono buone pratiche di sicurezza online e offline.
  • La divulgazione indebita delle credenziali di accesso resta il principale rischio per l’utente, non la semplice conoscenza dell’IBAN.

Per approfondire il tema relativo alla normativa sulla privacy applicata agli strumenti bancari, è possibile consultare fonti ufficiali e articoli dedicati.

La prudenza, la prevenzione e la conoscenza dei meccanismi di funzionamento dei bonifici bancari sono gli strumenti migliori per non cadere nelle insidie delle truffe legate all’IBAN.

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