Non pagano l’affitto? Ecco il modello esatto per sollecitare legalmente il pagamento subito

Quando l’inquilino non onora il versamento del canone di locazione, il proprietario deve agire tempestivamente e con metodo per tutelare i propri interessi e, se possibile, prevenire azioni legali più onerose. Il primo passo consiste nel comprendere a fondo la situazione: le cause della morosità possono essere molteplici, dal semplice disguido bancario a difficoltà economiche improvvise. Tuttavia, la tutela del credito prevede l’adozione di strumenti formali come la lettera di sollecito di pagamento, che funge da base legale per eventuali azioni successive e consente al locatore di dimostrare la correttezza del proprio operato in caso di contenzioso.

Come comportarsi in caso di mancato pagamento?

È sempre consigliabile un primo approccio di dialogo diretto, in modo amichevole e senza toni minacciosi. Un semplice contatto telefonico o una comunicazione scritta, magari anche via email, può far emergere eventuali incomprensioni e portare a una soluzione rapida senza dover ricorrere a mezzi formali. Tuttavia, se il pagamento continua a non arrivare, il passo successivo è l’invio di un sollecito formale di pagamento attraverso strumenti tracciabili quali raccomandata A/R o PEC. Questa comunicazione deve avere forma scritta, essere molto chiara e specificare tutti i dettagli utili affinché l’inadempiente sia posto nella condizione di adempiere senza fraintendimenti.

  • Identificare le parti coinvolte: è necessario indicare nome, cognome e indirizzo di proprietario e inquilino, insieme a tutti i recapiti importanti.
  • Riferimenti contrattuali: occorre citare il contratto di locazione in oggetto, specificando il numero, la data della stipula e la durata.
  • Oggetto: si inserisce in modo esplicito che la lettera è un “Sollecito di pagamento per canone di locazione“.
  • Descrizione dettagliata del debito: deve essere indicata la somma dovuta, i periodi di riferimento e il termine entro cui saldare il debito.
  • Indicazioni sulle conseguenze: descrivere le possibili azioni legali in caso di inadempimento, come la messa in mora o l’avvio della procedura di sfratto per morosità.
  • Data e firma: la lettera acquisisce piena validità da data e firma autografa del locatore.

Il modello esatto per il sollecito di pagamento

Ecco un possibile esempio pratico di lettera di sollecito formale che risponde pienamente ai requisiti di legge e può essere adattato secondo le specifiche esigenze del caso.

Oggetto: Sollecito di pagamento per mancato versamento del canone di locazione

Mittente:
[Nome e cognome del proprietario]
[Indirizzo completo]
[Email/PEC]

Destinatario:
[Nome e cognome dell’inquilino]
[Indirizzo completo]
[Email/PEC]

Data: [gg/mm/aaaa]

Gentile Sig./Sig.ra [Cognome],

Con la presente, Le ricordiamo che, alla data odierna, risulta non ancora pervenuto il pagamento del canone di locazione relativo al mese di [mese/anno] per l’immobile sito in [indirizzo dell’immobile], come previsto dal contratto di locazione stipulato in data [data del contratto].

L’importo dovuto ammonta a [somma in euro], da corrispondere entro e non oltre [indicare termine, es: 7 giorni] dalla ricezione della presente comunicazione.

Qualora il pagamento non dovesse avvenire entro il termine indicato, ci vedremo costretti ad avviare le procedure legali per il recupero del credito e per la liberazione dell’immobile, con aggravio di spese a Suo carico.

Restiamo in attesa di un Suo riscontro e Le porgiamo cordiali saluti.

[Firma]

Dopo l’invio della lettera è fondamentale conservare prova dell’avvenuta ricezione, che costituisce un elemento decisivo in ogni fase successiva, soprattutto nell’ipotesi di richiesta giudiziale di messa in mora.

La procedura dopo il sollecito: messa in mora e fasi legali

Se neppure il sollecito formale sortisce effetto e l’inquilino non provvede al pagamento entro i termini indicati, il locatore ha la possibilità di procedere con una diffida legale. Questo passaggio prevede l’intervento di un avvocato e rappresenta un atto formale che preannuncia l’avvio di iniziative giudiziarie. La diffida ad adempiere, oltre a rinnovare la richiesta di pagamento, mette l’inquilino davanti alla prospettiva concreta dello sfratto e del recupero forzoso delle somme dovute.

A differenza del sollecito, la diffida può essere l’ultimo tentativo bonario prima del ricorso al tribunale: se l’inquilino non si regolarizza neppure in questa fase, il proprietario può avviare la procedura di sfratto per morosità. Questo procedimento consente non soltanto il rilascio dell’immobile ma anche il recupero coattivo del credito, previa convalida giudiziale della morosità.

Avvertenze e benefici di una corretta gestione

Utilizzare modelli di lettera di sollecito precisi e conformi alla legislazione vigente è essenziale sia per accorciare i tempi di recupero sia per dimostrare, in eventuale sede giudiziaria, di aver rispettato l’iter corretto. Va ricordato che ogni comunicazione formale deve essere conservata, in modo da poter sempre documentare il proprio operato ed evitare eventuali contestazioni da parte dell’inquilino o dei suoi difensori.

  • Evitare toni aggressivi e lasciare sempre aperto uno spazio di dialogo: spesso la soluzione si trova nel confronto civile.
  • Non ricorrere subito alle vie legali se non assolutamente necessario: la comunicazione chiara e tracciabile è di solito sufficiente a risolvere gran parte delle situazioni di temporanea difficoltà.
  • Adottare il modello suggerito integrando eventuali dettagli specifici della propria situazione o delle clausole contrattuali peculiari.

Infine, è fondamentale conoscere i propri diritti e doveri in quanto locatori. Una gestione attenta e informata delle locazioni protegge sia dal danno economico sia da lunghe contese. In caso di dubbi sulle modalità di invio, sui termini o sulla redazione della lettera, si può sempre fare riferimento a un professionista del settore immobiliare o consultare le informazioni contenute nelle principali fonti normative sul contratto di locazione.

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