Non sottovalutare l’osteoporosi: ecco perché è una delle malattie più gravi e silenziose

Quando si parla di osteoporosi, ci si riferisce a una malattia cronica e degenerativa che colpisce le ossa, rendendole progressivamente più fragili e suscettibili alle fratture. Il grande rischio dell’osteoporosi è la sua capacità di restare silente e invisibile per molti anni: spesso il paziente non avverte alcun sintomo fino a quando si verifica una frattura, talvolta anche per traumi di minima entità. In Italia, secondo gli ultimi dati, soffrono di osteoporosi oltre 4-5 milioni di persone, di cui l’80% sono donne, principalmente dopo la menopausa, a causa dei cambiamenti ormonali che favoriscono la perdita di massa ossea.

Una emergenza sottovalutata e i numeri che spaventano

L’osteoporosi viene spesso percepita come una condizione inevitabile dell’età avanzata, ma il grave errore è ignorarne le conseguenze cliniche e sociali. La progressiva riduzione della densità e della qualità ossea aumenta esponenzialmente la fragilità scheletrica: ogni anno si registrano in Italia circa 140.000 fratture del femore dovute all’osteoporosi, accompagnate da centinaia di migliaia di fratture vertebrali, del polso, dell’omero e di altre sedi. Queste fratture rappresentano un problema non solo sanitario, ma anche sociale ed economico, generando costi diretti (cure mediche, riabilitazione, lunghi ricoveri) e indiretti (perdita di autonomia, isolamento sociale, depressione, assenze dal lavoro).

  • Le fratture da fragilità diventano più frequenti con l’avanzare dell’età: il rischio raddoppia ogni dieci anni dopo i cinquant’anni.
  • Il 66% delle donne sopra gli 80 anni soffre di osteoporosi, contro il 33% tra i 60 e i 70, mentre tra gli uomini la prevalenza si attesta al 20%.
  • Ogni trenta secondi, in Europa, avviene una frattura da osteoporosi, rendendo la malattia una delle principali cause di disabilità nella popolazione anziana.

L’Organizzazione Mondiale della Sanità ne riconosce il grave impatto sulla salute pubblica e la definisce una delle malattie a più alto potenziale invalidante tra quelle croniche.

Perché è così pericolosa e silenziosa?

L’osteoporosi si distingue per il suo decorso insidioso: la perdita di massa ossea avviene lentamente e, di solito, senza sintomi evidenti. La manifestazione clinica tipica è la frattura “spontanea” o provocata da traumi minimi, che spesso segnala il primo, drammatico campanello d’allarme. La patologia ha un effetto domino: chi subisce una frattura da fragilità vede aumentare drasticamente il rischio di nuove fratture, con un impatto devastante sulla qualità di vita. In molti casi, dopo una frattura del femore, solo una minima percentuale di pazienti recupera pienamente autonomia; numerosi studi riportano un aumento della mortalità nell’anno successivo, a causa delle complicanze legate all’immobilità e alla maggiore vulnerabilità agli eventi cardiovascolari e infettivi.

Diagnosi e consapevolezza: il cuore della prevenzione

Un aspetto che rende l’osteoporosi ancor più pericolosa è la difficoltà diagnostica: spesso non viene identificata fino al verificarsi della frattura. Secondo i dati dell’Istituto Superiore di Sanità, solo il 50% delle donne affette da osteoporosi sa di esserlo, riducendo le possibilità di prevenzione e intervento precoce. Paradossalmente, il 50% di chi crede di avere la malattia non ne è realmente affetto, mentre molti sono inconsapevoli e non si sottopongono ai necessari controlli.

Sintomi e campanelli d’allarme

  • Dolore osseo o articolare che si presenta senza un trauma significativo
  • Riduzione della statura
  • Postura incurvata (dorso curvo)
  • Fratture spontanee di polso, vertebre, femore

Purtroppo, questi sintomi compaiono solo in fase avanzata della malattia. Per questo è fondamentale la diagnosi precoce attraverso la densitometria ossea (DEXA), che consente di valutare la densità minerale e di identificare i soggetti a rischio prima della comparsa delle fratture.

Aumento dell’incidenza e impatti futuri

La tendenza demografica italiana, caratterizzata da una popolazione che invecchia rapidamente, prevede un incremento significativo dell’incidenza di osteoporosi e delle sue complicanze nei prossimi anni. Si stima che entro il 2034 le fratture da fragilità supereranno i 700.000 casi l’anno, con un aumento del 20%. Questo scenario delineato dalle proiezioni epidemiologiche mostra quanto sia urgente investire in prevenzione, educazione sanitaria e interventi mirati sia sulla popolazione che sui professionisti del settore.

  • Il costo annuale delle fratture da fragilità per il Sistema Sanitario Nazionale supera i 10 miliardi di euro.
  • Il trend è in aumento, soprattutto a causa della crescita della popolazione sopra i 65 anni.

L’impatto sociale dell’osteoporosi è spesso sottovalutato: la perdita di autonomia e la disabilità post-frattura contribuiscono a isolare gli individui, generando depressione e riduzione della qualità di vita sia per i pazienti che per le loro famiglie.

Strategie di prevenzione e nuove prospettive

Contrastare gli effetti devastanti dell’osteoporosi richiede una azione multifattoriale a diversi livelli:

  • Educazione alla salute: È necessario promuovere la conoscenza della patologia, delle pratiche di prevenzione e dei controlli periodici. Più della metà delle persone a rischio non si sottopone mai a una densitometria ossea, strumento fondamentale per scoprire l’osteoporosi in fase precoce.
  • Stile di vita: Seguire una dieta ricca di calcio e vitamina D, praticare regolare esercizio fisico, evitare il fumo e ridurre il consumo di alcol sono azioni che possono mantenere in salute le ossa e ridurre il rischio di fratture.
  • Monitoraggio post-menopausa: Le donne, soprattutto dopo la menopausa, dovrebbero effettuare controlli periodici, considerando la menopausa uno dei principali fattori predisponenti.
  • Terapie farmacologiche: In presenza di osteoporosi accertata, esistono farmaci specifici che permettono di rallentare, arrestare o invertire la perdita di massa ossea, riducendo concretamente il rischio di nuove fratture.

La prevenzione deve essere ancorata a una vera cultura della salute ossea, valorizzata attraverso campagne e interventi mirati: il coinvolgimento di specialisti del metabolismo osseo, percorsi di screening nella popolazione anziana e una gestione integrata sono la strada per invertire il trend delle fratture da fragilità. Iniziative come il tour nazionale sulla salute delle ossa, con incontri gratuiti dedicati alla prevenzione e alla diagnosi precoce, rappresentano un modello virtuoso da diffondere su tutto il territorio italiano.

Sottovalutare l’osteoporosi significa ignorare una delle malattie più insidiose e invalidanti della nostra epoca, che si insinua lentamente e in modo silenzioso, fino a compromettere seriamente la salute e la qualità di vita della persona. Agire tempestivamente è fondamentale: non solo per evitare le gravi conseguenze delle fratture, ma per garantire a milioni di individui una vecchiaia più autonoma, attiva e serena.

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